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Le lavatrici ad ultrasuoni Sonica, grazie ai modelli più capienti, si sono rivelate di fondamentale importanza per il lavaggio della vetreria dei laboratori scolastici di scienze e chimica. E’ il caso dell’Istituto Gonzaga di Milano che, grazie ad una lavatrice dalla capienza di 18 litri, permette ai propri studenti di lavare in maniera accurata e veloce gli strumenti utilizzati durante le lezioni e gli esperimenti.

Il Prof. Domenico Fraccalvieri Docente di Scienze e Tecnico dei laboratori di Scienze e Fisica dell'Istituto Gonzaga a Milano, ci spiega come viene utilizzata una lavatrice ad ultrasuoni SONICA all'interno del laboratorio.

L’Istituto Gonzaga (Fig. 1-3) è stato fondato nel 1906 dalla congregazione religiosa dei Fratelli delle Scuole Cristiane, istituita nel 1680 da San Giovanni Battista de La Salle patrono universale degli educatori.

Il Liceo Classico, il Liceo Scientifico ed il Liceo Europeo dell’Istituto Gonzaga costituiscono la garanzia di un percorso formativo integrale di alta qualità, finalizzata a quell’ampiezza di pensiero che è patrimonio ed eredità peculiare della nostra civiltà e della tradizione liceale stessa.

ingresso Istituto Gonzaga Milano


Presso i laboratori scientifici dei Licei dell’Istituto Gonzaga di Milano, abbiamo testato la vasca ad ultrasuoni SONICA 4300ETH S3 della capienza di 18 litri.
Il principale uso di questa macchina è il lavaggio di vetreria e strumenti di supporto utilizzati nei laboratori didattici di Scienze (Chimica, Biologia e Scienze della Terra) e Fisica.
In particolare alcune esperienze di Chimica, svolte con più classi a breve distanza di tempo, presentano il doppio problema di una elevata quantità di strumentazione da lavare e di una diversa tipologia di sostanze da rimuovere. In più vi è la necessità di poter riutilizzare in breve tempo la strumentazione per le classi successive.
A titolo di esempio un’esperienza per studiare la solubilità di diverse sostanze solide con diversi solventi prevede l’utilizzo di circa 90 provette per classe con l’uso di solventi organici e inorganici e sostanze idrofile e idrofobe.

In questo caso, l’uso della lavatrice ad ultrasuoni ha permesso di lavare più di 60 provette in 5 minuti, potendole inserire direttamente dentro i loro porta provette.
Nel caso del provette, inoltre, di particolare successo è stata la rimozione di macchie e aloni di idrossido di ferro, accoppiando l’uso della lavatrice ad ultrasuoni con un detergente a carattere acido.

Analogamente in Fisica, l’uso di oli vegetali, versati all’interno di cilindri graduati, è una pratica comune per lo studio del moto dei corpi e la rimozione completa dei residui di olio per il riutilizzo dei cilindri è un’operazione complicata.
Con la lavatrice ad ultrasuoni anche questa operazione è risultata soddisfacente
grazie all’uso combinato degli ultrasuoni e della temperatura.

Infine un’interessante applicazione riguarda il lavaggio di una strumentazione per lo studio dei vasi comunicanti (vedi Fig. 2).

apparecchio per studio vasi comunicanti

Questo strumento, di oltre 50 anni di età, è particolarmente delicato e con un lavaggio a mano è praticamente impossibile rimuovere i residui presenti nelle strette giunture in ottone. Anche in questo caso con l’uso della lavatrice ad ultrasuoni abbiamo ottenuto una soddisfacente pulizia dei vasi in vetro riuscendo anche a pulire le parti in ottone.
Il giudizio finale è quindi positivo e i principali vantaggi che ho riscontrato sono: una maggior rapidità nel lavaggio della vetreria; la possibilità di pulire strumentazione non lavabile a mano o con altri strumenti di pulizia.

Prof. Domenico Fraccalvieri
Docente di Scienze e Tecnico dei laboratori di
Scienze e Fisica
Istituto Gonzaga, Milano

Download dell'articolo originale del Prof. Domenico Fraccalvieri

 

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