Caso clinico: duplicazione di una protesi totale

a cura di
Dr.C. Rapani Prof. a contratto Clinica Odontoiatrica Università di Chieti
Laboratorio Odontotecnico Romeo e Camillo Pascetta
Sia l'Odontoiatra che l'Odontotecnico sono chiamati ad intervenire in pazienti portatori di protesi totali che necessitano di riparazioni o modifiche estetiche e funzionali e che non vogliono o non possono separarsi per alcun tempo dalla protesi medesima.
D'altra parte la duplicazione della protesi totale richiedeva fino ad ora tempi di esecuzione e costi paragonabili alla prima protesi per cui il paziente accettava di mal grado tale ipotesi.
La tecnica di duplicazione MDP, introdotta da breve tempo, ha colpito il nostro interesse poiché permette di eseguire protesi confortevoli e durature, senza cambiamenti estetici rispetto alla protesi da duplicare, con costo e tempi di realizzazione interessanti.
lla luce dei risultati con tale innovativa metodica abbiamo ritenuto non inutile la presentazione di un caso in cui, con tale sistema, viene realizzata una protesi superiore con il relativo duplicato.

Caso Clinico

Si presenta alla nostra osservazione un paziente portatore di una protesi superiore fissa in ororesina e protesi totale inferiore. Non essendo possibile recuperare i denti residui si ritiene opportuno una riabilitazione dell'arcata superiore con una protesi totale mentre si conserva la protesi inferiore, confezionata di recente.

Nel colloquio con il paziente si evidenzia una forte componente psicologica avversa a questo tipo di trattamento causata sia dalla paura di perdere le normali caratteristiche fonetiche, funzionali ed estetiche acquisite sia il timore di rimanere per vari motivi senza la nuova protesi essendosi verificati analoghi problemi con la protesi inferiore. Inoltre il paziente chiedeva un duplicato perfettamente analogo all'originale per non modificare assolutamente l'estetica abituale.
Il procedimento da noi adottato e descritto di seguito ci ha permesso di ottenere in tempi molto brevi ottimi risultati estetici e funzionali con soddisfazione e beneficio del paziente.

Il procedimento di duplicazione con la metodica MDP

Dopo la realizzazione di una protesi mobile superiore conforme alle usuali tecniche ed accettata dal paziente sia dal punto di vista estetico che funzionale, questi è stato invitato presso lo Studio per eseguire un duplicato della stessa. E' interessante notare come, utilizzando tale metodica il paziente possa tornare a casa con le sue protesi originali, dopo poche decine di minuti e ritornare in un secondo tempo per ritirare il relativo duplicato.
Il procedimento di seguito descritto è stato realizzato direttamente nello Studio dentistico utilizzando la speciale muffola MDP e come materiale di duplicazione dell'alginato a presa lenta (fig. 1).

fig. 1

  1. Si posiziona nella base inferiore della muffola MDP l'alginato impastato con 25% circa di acqua in meno, in modo da rallentarne la presa e avere un impasto più rigido ( fig. 2). Si posiziona la protesi dalla parte dentata (fig. 3) e, ad indurimento avvenuto dell'alginato, con un bisturi appoggiato al bordo della muffola si recidono le eccedenze di impasto (fig. 4). E' necessario inoltre isolare l'alginato con un po' di vaselina in pasta dopodiché si attende il completo indurimento (fig. 5).

fig. 2

fig. 3

fig. 4

fig. 5

  1. A questo punto si impasta nuovamente dell'alginato nelle proporzioni sopradescritte e si riempie il controstampo della muffola MDP procedendo a posizionarne un po' anche sulla protesi. In tal modo otteniamo il perfetto riempimento della muffola MDP e quindi la fedele riproduzione della protesi (fig. 6). Si procede immediatamente alla chiusura della muffola MDP con le apposite viti e chiave a brugola in dotazione. Essendo la muffola autocentrante e autostaffante, ci permette di ottenere sempre l'esatta posizione di chiusura ed i fori ovalizzati, localizzati nella parte superiore servono alla fuoriuscita dell'alginato in eccedenza (fig. 7).

fig. 6

fig. 7

  1. Ad indurimento avvenuto dell'alginato , si apre la muffola e si toglie la protesi che viene immediatamente riconsegnata al paziente (fig. 8). E' interessante notare che per eseguire un'operazione del genere non sono necessari più di 30 minuti. Il paziente perciò può lasciare lo Studio immediatamente con le sue protesi originali.

  2. La muffola, con le impronte così ottenute, viene inviata direttamente in laboratorio che provvederà immediatamente alla realizzazione del duplicato della protesi (fig. 9)

fig. 8

fig. 9

Realizzazione in laboratorio della duplicazione protesica

Come abbiamo precedentemente descritto, il duplicato della protesi è una soluzione che permette non solo vantaggi pratici e infonde maggiore sicurezza al paziente , che affronterà con maggiore disinvoltura la riabilitazione totale , ma anche notevoli vantaggi al laboratorio odontotecnico. Questa tecnica permette inoltre non solo la duplicazione protesica ma possibili modifiche rispetto alla protesi originale come ad esempio l'utilizzo di denti in ceramica e caratterizzazione dei profili gengivali.
Il paziente in questione ha scelto di avere un duplicato realizzato totalmente in resina.
Questo tipo di duplicato è sicuramente il più semplice e rapido per ottenere i migliori risultati in termini estetici e funzionali. Non appena si riceve la muffola inviata dallo Studio dentistico con le relative impronte in alginato e le caratteristiche della protesi da realizzare si procede alla duplicazione.

fig. 10

fig. 9

  1. fig. 12

  2. Si realizzano nell'impronta in alginato dei piccoli canali di iniezione per la resina palatale (fig. 10 e11).

  3. Si impasta della resina bianca per provvisori e la si cola scrupolosamente nell'impronta in alginato per ottenere l'arcata dentaria completa (fig. 12). Per coloro che volessero caratterizzare il colore dei denti è possibile utilizzare le seguenti tecniche. Miscelare la dentina del colore scelto con circa il 30% dello smalto e polimerizzare. Terminata la protesi, se necessario pigmentare con colori fotopolimerizzanti. Il secondo metodo prevede, dopo la polimerizzazione della dentina, la creazione, per mezzo di una fresa, dello spazio per lo smalto; poi si pigmenta con colori fotopolimerizzabili, si colora lo smalto, si riposiziona il manufatto e si procede alla polimerizzazione . E' ovvio che queste ultime operazioni danno al manufatto un grande valore estetico ma comportano dei costi aggiuntivi inevitabili. Consigliamo perciò di utilizzare un colore standard della scala colori della resina utilizzata e realizzare la protesi senza una caratterizzazione particolare.

Conclusione duplicazione protesi in laboratorio

  1. Ad indurimento avvenuto dell'arcata dentaria, si rifinisce e si creano dei fori sull'arcata stessa, per la successiva ritenzione della resina palatale (figg. 13 e 14)
  2. Si riposiziona con cura l'arcata dentaria all'interno dell'arcata in alginato (Per evitare eventuali movimenti indesiderati dell'arcata durante la successiva iniezione della resina palatale consigliamo di fissare con una piccola dose di collante , la protesi ben alloggiata nella sua impronta - fig. 15)
  3. Si chiude la muffola MDP con le sue viti e chiave in dotazione. La precisione del riposizionamento del controstampo è assicurata dal sistema autocentrante (fig. 16).

fig. 13

fig. 14

fig. 15

fig. 16
  1. Si impasta la resina palatale rosa e con l'apposita siringa in dotazione al sistema MDP si procede all'iniezione della resina. E' importante ricordare che la muffola presenta due fori di iniezione per il corretto bilanciamento di pressione e distribuzione sull'intera arcata dentaria e palatale. La resina si inietta nel foro più grande finché non comincia a fuoriuscire dal foro opposto di più piccolo diametro (fig. 17).
  2. fig. 17

  3. Dopo la completa polimerizzazione della resina, si procede all'apertura della muffola e all'estrazione della protesi (figg. 18 e 19).

fig. 18

fig.19
  1. Per la rifinitura del manufatto protesico si seguono le normali procedure operative e, terminata la lucidatura, la protesi così ottenuta può essere inviata allo Studio dentistico (fig. 20)

fig. 20

  1. Visione del duplicato della protesi eseguita con la tecnica MDP

fig. 21

fig. 22

La foto 21 mostra l'originale e la foto. 22 il relativo duplicato.

Altri casi di utilizzo della duplicazione protesica

Oltre alla duplicazione di una protesi mobile, la muffola MDP permette anche una duplicazione di protesi totale superiore per la realizzazione di una dima implantare . In questo caso si procede all'utilizzo di una resina trasparente (fig. 23).


fig. 23

fig. 24

fig. 25

fig. 26

La foto 24 evidenzia la visione della dima superiore (palatale) e la foto 25 invece la dima superiore (parte dentata) prima della realizzazione dei fori.
E' interessante notare che con questa innovativa muffola è possibile anche realizzare nuove protesi mobili in tempi molto brevi ripristinando o correggendo i corretti rapporti occlusali del paziente che a volte si perdono per usura della protesi originale. In questi casi, avvalendosi della tecnica descritta, invece di rimontare la protesi mantenendo la stessa base , il laboratorio provvede alla rimodellazione dei tavolati occlusali ristabilendo la morfologia e i corretti parametri della protesi (fig. 26) con della cera ed subito dopo duplicando con la tecnica descritta.

Duplicazione protesica: conclusioni, bibliografia

Conclusioni

Questo sistema innovativo ci ha permesso di ottenere i seguenti risultati :

Questi risultati si possono ottenere in tempi molto brevi con buoni risultati sia dal punto di vista clinico che dal punto di vista del paziente.

Abstract

Viene presentata una nuova tecnica di duplicazione di una protesi mobile interessante per modalità e tempi di esecuzione e dal costo contenuto. Tale metodica, il cui utilizzo può essere esteso anche alla realizzazione delle dime implantari è mostrata nella realizzazione completa in Studio ed in Laboratorio su un caso clinico.

Bibliografia

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  2. CATTANEO D.: Nuovi orientamenti nella costruzione di protesi mobili. Ad Labor, 5,3:25-33, 1996.
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  4. CATTANEO D., Dott. Gerli E.: Realizzazione di una protesi totale superiore e inferiore in un caso geriatrico. Ad Labor Gennaio 1997.
  5. RAPANI C, CAPUTI S. : Realizzazione di una protesi totale immediata da una protesi parziale preesistente. OSP Sett. 1986,3,63
  6. SPATOCCO D., LEPORE C., RAPANI C. : In tema di protesi totale immediata : la tecnica di Abbot e Wongthai modificata. Med. Europea 1985: 6, 133
  7. WONGTHAI P., ABBOT FB. Converting a removable partial denture to a complete interim denture. J.Prosth. Dentistry 1983,49,852